Il quarantacinquenne giordano affetto da Nuova Sars, quando si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria Nuova martedì, aveva febbre alta, tosse, difficoltà respiratoria. Gli accertamenti hanno messo in luce una polmonite bilaterale. Trasferito all'ospedale di Careggi e messo subito in isolamento, l'uomo è stato tenuto sotto monitoraggio: non essendo disponibile una terapia specifica per la Sars, spiegano gli esperti, ha avuto un progressivo e rapido miglioramento.
L'esperto: "Non c'è alto rischio di trasmissione" - "Per questa patologia, per quanto si sa - ha spiegato il dottor Giuseppe Petrioli, responsabile del dipartimento prevenzione dell'Asl fiorentina - non c'è alto rischio di trasmissione. Non è necessario fare test diagnostici particolari e l'attenzione scatta solo in caso di un quadro di sintomi aggravato da disturbi respiratori come quello presentato dal paziente". Gli esperti spiegano che i principali fattori di possibile allarme sono il contatto "prolungato e ravvicinato" con persone affette dal virus e la provenienza da paesi del Medio Oriente dove "il virus sta circolando dal maggio 2012, in particolare in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Qatar". Altri casi isolati si sono verificati nel Regno Unito, in Francia e Germania.
"Non ci sono evidenze di trasmissione e aggressività - ha aggiunto Petrioli -. Noi comunque abbiamo allertato medici di famiglia e pediatri in modo che se riscontrassero sintomi sospetti, anche per zona di provenienza a rischio, non inviino i pazienti al pronto soccorso ma si rivolgano alla rete di infettivologia già perfettamente attivata". "Fin dall'inizio e con grande rapidità sono state attivate tutte le misure e la rete ha reagito con grande efficienza - ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute Luigi Marroni - anche sulla base di esperienze precedenti. A Firenze, è anche disponibile nell'eventualità di casi di insufficienza respiratoria più grave l'Ecmo, l'ossigenazione extracorporea".
L'esperto: "Non c'è alto rischio di trasmissione" - "Per questa patologia, per quanto si sa - ha spiegato il dottor Giuseppe Petrioli, responsabile del dipartimento prevenzione dell'Asl fiorentina - non c'è alto rischio di trasmissione. Non è necessario fare test diagnostici particolari e l'attenzione scatta solo in caso di un quadro di sintomi aggravato da disturbi respiratori come quello presentato dal paziente". Gli esperti spiegano che i principali fattori di possibile allarme sono il contatto "prolungato e ravvicinato" con persone affette dal virus e la provenienza da paesi del Medio Oriente dove "il virus sta circolando dal maggio 2012, in particolare in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Qatar". Altri casi isolati si sono verificati nel Regno Unito, in Francia e Germania.
"Non ci sono evidenze di trasmissione e aggressività - ha aggiunto Petrioli -. Noi comunque abbiamo allertato medici di famiglia e pediatri in modo che se riscontrassero sintomi sospetti, anche per zona di provenienza a rischio, non inviino i pazienti al pronto soccorso ma si rivolgano alla rete di infettivologia già perfettamente attivata". "Fin dall'inizio e con grande rapidità sono state attivate tutte le misure e la rete ha reagito con grande efficienza - ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute Luigi Marroni - anche sulla base di esperienze precedenti. A Firenze, è anche disponibile nell'eventualità di casi di insufficienza respiratoria più grave l'Ecmo, l'ossigenazione extracorporea".
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